Óleo sobre lienzo.
… le superfici dei quadri di Davide riaffrontano e trasformano la questione iperrealista della riproducibilità, riformulando tutta una serie di ossessioni sull’identità della pittura. Quei corpi accuratamente e scrupolosamente dipinti sulle sue tele – volti, figure umane, oggetti, frammenti di paesaggio, luci – da quale fonte-schermo provengono, da quale lato dello specchio?
Cesare Viel, artista e docente
di Storia dell’Arte Contemporanea
Il suo lavoro, che segna il rinnovato interesse degli artisti nei confronti del medium pittorico, si inscrive in una ricerca di ambito iperrealistico con significativi sconfinamenti in una dimensione di surrealtà che scaturisce dall’utilizzo di particolari punti di vista nell’osservazione e nella rappresentazione di oggetti e spazi della vita quotidiana. L’artista mostra di saper mettere a frutto nei suoi dipinti altre tangenti esperienze professionali quali la ripresa fotografica e la scenografia teatrale di cui si avvale anche per definire in termini di ridondanza e di rispecchiamento ambiguo lo spazio in cui si colloca la figura.
Sandra Solimano,
Direttore del Museo di Villa Croce di Genova
David Battaglia, malgré sa jeunesse, possède une excellente technique graphique qui lui donne une grande maîtrise de son expression.
Mais ce qui frappe le plus lorsque l’on est confronté à ses œuvres, c’est son regard sur les choses et surtout sur les gens. Il observe et fixe son environnement jusqu’à abstraction.
L’œuvre devient alors une mise en scène pour un visage, pour un peu d’humanité. C’est une expression originale, gaie et très urbaine qui est très intéressante.
Jean-Loup Metton,
Maire de Montrouge,
Conseiller Général des Hauts de Seine
Nell’espressione artistica elaborata da Davide Battaglia […] vi è […] un dato […] che è insito nel modo di elaborare l’immagine: la pressione, oserei dire l’ossessione, di fermare il tempo con una quasi esasperata esplorazione della realtà che si trasforma in simbolo, in metafora, passando per una sorta di astrazione criptica.[…]Non deve sembrare strano parlare di astrazione di fronte a immagini che si richiamano in modo evidente alla rappresentazione della realtà analizzata; è invece chiaro un percorso che spoglia l’oggetto da tentazioni realistiche per farlo diventare simbolo di un atteggiamento esistenziale che pone fortemente l’accento sulla vita.
Raimondo Sirotti,
pittore e direttore generale
dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova
Iperrealismo virtuoso, ottima la resa dei particolari, tecnica perfetta.
Sandro Cervelli,
artista e curatore
...iperrealistici rimandi tra l'oggetto e i suoi molteplici e rispecchiati doppi (che sembrano attestare l'impossibilità di una conoscenza ontologica del mondo)...
Roberto Guerrini,
artista, curatore e docente di discipline pittoriche
… L'iperrealismo di Davide Battaglia è sorprendente, così vivido e fotografico da trascendere i confini della finzione. Le sue opere raccontano il quotidiano post-moderno in cui tutti sono connessi ma isolati, vicini senza mai conoscersi (L'inquilino del quinto piano). Stanze minimali che riproducono scene di ordinaria solitudine, soprattutto bagni come punto di partenza di ogni storia possibile […] Gli specchi e l'intimità domestica materializzano o dissolvono le maschere indossate da ciascuno di noi e sono la metafora della scomposizione emotiva. Giovani e anziani, ognuno con un proprio stile - ognuno con la propria malinconia - inscenano una recita […] La successione dei fotogrammi rende la totalità dell'azione; riquadri regolari e giustapposti mostrano la contemporaneità di situazioni, lasciando allo spettatore il compito d'immaginare la vicenda. Le diverse angolazioni si sommano restituendo ai personaggi la loro fisica tridimensionalità, i protagonisti si sfiorano senza mai toccarsi, in atmosfere asettiche, i gesti restano sospesi e ambigui, come amputati. Genova, è il racconto di un amore complicato, fatto di sguardi e di sottintesi: un uomo e una donna si guardano senza parlarsi, illuminati e assorbiti della città notturna. Ogni serie è una scoperta di nuove declinazioni della luce, protagonista di un impressionismo istantaneo fatto di ombre, movimenti e flussi cromatici. Chiuso tra quattro mura o immerso nel paesaggio urbano, l'Uomo è sempre in transito, appena consapevole dell'ambiente che lo circonda (By Night). Qualsiasi relazione è filtrata, costantemente mediata dalla tecnologia con i suoi mille schermi ingannevoli. Battaglia analizza gli ingranaggi del meccanismo e ritrae l'insieme della realtà plastificata in cui viviamo. La facciata sfavillante e mondana nasconde la ferocia del rapido consumo, la fredda mercificazione dell'immagine. La tv spenta è testimone immobile della disperazione (Reality) e i cellulari diventano le uniche finestre aperte sull'ansia dell'assenza (Titolo Muto 02).
Elena Colombo,
curatore e critico d'arte
Davide Battaglia usa inizialmente il mezzo fotografico per catturare alcuni momenti (inter)personali della sua/nostra vita quotidiana, semplici, fugaci, preziosi. L’artista […] procede alla necessaria riproduzione pittorica di queste fotografie. […] La dualità nell’uso dei mezzi (fotografia e pittura) che caratterizza l’artistica produzione iperrealistica coesiste con una dualità basilare che determina la struttura interna delle opere. La coppia fotografia/dipinto è coerente con la coppia realtà/riflesso della realtà che è la caratteristica principale dell’argomento artistico nei lavori di Davide Battaglia. […]La riproduzione, parola chiave dell’iperrealismo, cede il passo al riflesso, parola chiave del linguaggio artistico di Davide Battaglia. Questo riflesso però è caratterizzato da un effetto moltiplicatore che ci porta alla percezione della realtà quotidiana dai nostri diversi punti di vista. Nello spazio pittorico un piano ne crea un altro consecutivamente e continuamente. Il fattore tempo […] da una parte scorre senza interruzione, creando realtà ripetute e sempre uniche, dall’altra ci permette di isolare alcuni loro aspetti/momenti. […] Questi frame-stop […] sono pieni di domande agonizzanti, vanitose, ingenue, confermative che rimangono sempre appese e senza risposta. Il chiedersi è visibile ma il rispondere rimane nascosto fra la realtà e il suo riflesso. Qualcosa si vede e qualcosa va completato dalla nostra immaginazione, giocando sulla nostra percezione, come succede nella nostra vita reale.
Zoe Fragoulopoulou,
Curatore d’Arte Contemporanea
Ogni artista parte da se.
E’ forse questa elementare certezza, questo il primo postulato di ogni artista, legge non scritta e spesso sottaciuta ma che alla lunga è difficile evitare. Difficile nascondere che qualunque universalità dell’arte, qualunque sua capacità di leggere il mondo, origini da qualcosa che è sempre molto intimo, personale, limitato, nudo ed <<egoista>>.[…] E poi il <<sé>> come soggetto – soggetto che spesso s’intravede riflesso nelle opere di Davide Battaglia - è la dichiarazione evidente non di una sensibilità astratta ed <<etica>> ma della propria sensibilità, riflesso di un ego dal quale partire […] Ogni artista è per definizione egoista: occhi per vedere; pelle e carne da vedere; la stessa pelle e carne che è superficie di contatto sul mondo, che è il limite sottile attraverso il quale si percepisce il mondo e poi ancora – e solo poco più sotto, visibili o intuibili sotto la pelle - muscoli e nervi per agire, per disegnare, sporcare, colorare il mondo […]
Prima e dopo <<Il sé>>?
Prima e dopo non può che non esserci l’immaginazione, l’atto creativo, la trasfigurazione della realtà e dei sentimenti senza i quali non c’è gesto artistico. Elementi che nelle opere di Battaglia sono mescolate ad una sensazione comune che sembra attraversarle […]: la solitudine.
Forse non può esserci atto creativo senza sperimentare la solitudine. […] Una dimensione che attraverso il corpo e la mente, che in qualche modo consente di distillare la realtà, il mondo, gli incontri e i sentimenti.
Maurizio Sentieri,
insegnante, nutrizionista e scrittore